- in Finanza by Andrea Mornati
Ci sono rischi a tenere i soldi in banca
Negli ultimi anni i rischi di tenere somme di denaro in banca, specialmente se cospicue, si sono moltiplicati e gli Istituti di Credito non sembrano più essere un approdo del tutto sicuro per tanti risparmiatori. Una questione destinata a impattare sulle abitudini degli italiani, da sempre uno dei popoli con la migliore propensione al risparmio del mondo, portati per tradizione storica ad investire in modo prudente, essenzialmente in beni immobiliari e titoli di stato.
Se la capacità di tesaurizzazione continua a premiare l’Italia, che resta il secondo paese più patrimonializzato dell’OSCE (dopo l’Australia, un risultato eccellente), i recenti disastri e scandali bancari che hanno duramente colpito numerosi risparmiatori, cambiamenti significativi nelle normative e redditività negativa degli strumenti più tradizionali impongono di trovare alternative valide al classico deposito bancario.
Soldi in banca: i principali rischi per i risparmiatori.
Di seguito, vi forniamo una breve ma esaustiva panoramica dei maggiori rischi attuali nel tenere denaro immobilizzato in banca o investito in strumenti finanziari altamente conservativi.
Bail in.
La direttiva europea ha introdotto regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche, tra cui il cosiddetto Bail in, un salvataggio interno che, non ricadendo sull’intera collettività, prevede l’esclusivo e diretto coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti, correntisti della banca stessa.
Inflazione.
Seppure sia stata ai minimi storici nell’ultimo lustro, l’avvento di una seppur piccola ripresa economica, e soprattutto gli ingenti stimoli monetari delle Banche Centrali potrebbero portare ad un rialzo significativo del fenomeno inflattivo, con conseguente svalutazione del denaro giacente sul conto corrente o investito con margini minimi di profitto.
I tassi di interesse.
Attualmente a livelli bassissimi influenzano tanto il costo del denaro quanto la remunerazione ottenibile dai classici strumenti di investimento conservativi. Il profitto garantito da gran parte dei conti deposito serve a stento a coprire le spese (quando non determina comunque una perdita).
Titoli di stato non più convenienti.
Il più classico strumento di risparmio e investimento mobiliare “sicuro” delle famiglie non sembra essere più attrattivo né conveniente. Mentre i buoni del tesoro di nazioni più instabili sono a concreto rischio default, quelli dei paesi più solidi, anche se acquistati a medio – lungo termine, premiano molto ingenerosamente gli sforzi dei risparmiatori.
Prelievi coatti.
Un altro aspetto da valutare è quello dell’esposizione del conto corrente ad eventuali prelievi forzosi in caso di gravi crisi economiche. Un precedente storico risale al 1992 quando, con lira e sterlina sotto attacco e conti pubblici dissestati, nella notte tra il nove ed il dieci luglio, il governo Amato precedette ad un prelievo del sei per mille dai depositi bancari.
Nei momenti più bui della recessione economica recente questa opzione per fortuna non si è ulteriormente verificata, tuttavia data l’instabilità dell’economia globale, la debolezza della ripresa in Italia e l’entità del debito pubblico nazionale (che in realtà continua a crescere costantemente ogni annualità), non è una circostanza che può essere esclusa a priori.
Forme alternative.
Ai nostri tempi ci sono forme d’investimento molto più sicure e moderne, rispetto a quanto ci veniva proposto in passato.
A tal proposito, affidarsi ad un consulente finanziario potrebbe essere una soluzione semplice e veloce ma non per questo incauta.
E’ la figura di riferimento per gestire al meglio il tuo patrimonio.
Quindi, se tenere i soldi in banca non è più cosi sicuro come in passato, ora una soluzione per un consulto ce l‘hai, per poi valutare con calma i consigli che sarà in grado di fornirti.